L’energia solare fotovoltaica è una fonte inesauribile, gratuita è pulita. Accedere non è difficile. Basta creare un impiantino: dotarsi di un modulo fotovoltaico e di un trasformatore di energia per avere la luce. Ma cosa comporta tutto questo? Quali sono i costi che sosteniamo e quali le ricadute ambientali e sociali in Italia. Seppur in modo sintetico e obbiettivo proviamo a far chiarezza.
Attualmente, il contatore fotovoltaico del GSE stima oltre 330.767 impianti in esercizio, per una potenza pari a 12.808.647 kW. Il dato aggiornato anche in considerazione del territorio di riferimento può essere visualizzato sul portale ATLASOLE.
Se prendiamo in considerazione il costo annuo da sostenere tramite il meccanismo di incentivazione del conto energia, all’8 febbraio 2012 si sono raggiunti i 5,544 miliardi di euro. Un dato sicuramente al di sopra del costo reale da sostenere in quanto il meccanismo di contabilità fonda il proprio calcolo su stime riferite all’irraggiamento senza considerare eventuali ombreggiamenti degli impianti. Secondo un comunicato dell’AEEG, nel 2011, secondo i dati di preconsuntivo, gli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate finanziati attraverso le bollette sono stati di circa 7,9 miliardi di euro. Di questi, 1,3 sono riferiti alle “assimilate Cip6”, 1,3 ai certificati verdi, e 4 miliardi al fotovoltaico che ha visto aumentare del 440% la potenza installata, cresciuta da 2.800 a 12.400 MW nell’anno. Il restante 1,3 agli altri strumenti incentivanti (tariffa fissa onnicomprensiva, Cip6 per le fonti rinnovabili, scambio sul posto). Nel 2012, l’insieme di tali incentivazioni è destinato ad arrivare a circa 10,5 miliardi di euro, di cui circa 1,3 riferiti alle fonti assimilate Cip6, 1,8 per i certificati verdi, 5,9 per il fotovoltaico e i restanti 1,4 per gli altri strumenti incentivanti.
Per quanto riguarda i costi del fotovoltaico, dobbiamo tener conto che l’incentivo viene riconosciuto per venti anni. Quindi la durata del costo sostenuto per un impianto non è per tutta la vita. Inoltre, le stime di EPIA (The European Photovoltaic Industry Association) e lo studio “European Renewable Energy Network”, commissionato dal Parlamento europeo a Ludwig Boelkow Systemtechnik (Lbst), Hinicio, Centre for European Policy Studies (Ceps) e Technical Research Centre of Finland (Vtt), a tal riguardo ci indicano che entro il 2015 in Italia, e prima delle altre nazioni europee, si raggiungerà la grid parity, ovvero quanto l’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico avrà lo stesso prezzo dell’energia convenzionale. A determinare questo risultato sarà soprattutto la riduzione dei costi per la realizzazione degli impianti fotovoltaici che in questa fase è scesa sotto i 1500 euro kWp, e l’incremento dei prezzi per l’acquisto dell’energia.
Dal punto di vista dei benefici ci sono molti aspetti da considerare. Secondo l’Irex Annual Report 2011, uno studio realizzato da Althesys, emerge che solamente nel 2011 gli investimenti sostenuti nel fotovoltaico hanno superato i 2,8 miliardi di euro. Oltre il 70% del reddito generato dal settore rimane in Italia. Secondo il Gifi, su dati Nomisma dal 2002 al 2010 nel settore fotovoltaico hanno trovato occupazione diretta e indiretta oltre 100000 persone per una età media < di 35 anni. Oltre ai dati sugli investimenti e sull’occupazione emerge un quadro interessante se valutiamo gli aspetti fiscali che il settore genere. Nel solo 2010 gli introiti per le casse dello Stato ammontano a quasi 4 miliardi di euro.
Figura 1 - Distribuzione del reddito generato da un impianto FV da 1 MW in 25 anni
Fonte: GIFI
Altro dato che non possiamo trascurare riguarda la capacità del fotovoltaico di coprire parte del fabbisogno energetico italiano in particolare nei periodi estivi. I dati diffusi da Terna nel Bilancio dell’energia elettrica, mostrano come nel mese di ottobre 2011 il 4,1% dell’energia elettrica richiesta dal Paese pari a 27.436 GWh, è stato coperto dalla produzione di energia da fotovoltaico. L’importanza di tale dato non va valutata solamente per la capacità di copertura del fabbisogno nazionale energetico, ma in particolare per gli effetti che la penetrazione dell’energia fotovoltaica nel mercato elettrico crea sui meccanismi per la determinazione dei prezzi dell’energia determinando un forte beneficio economico per la collettività. Secondo molti studi, l’immissione dell’energia fotovoltaica nel mercato elettrico, avvenendo in particolare nelle ore giornaliere di massimo consumo energetico determina una riduzione dei costi di acquisto dell’energia. In merito segnaliamo lo studio pubblicato negli approfondimenti del n. 45 della newsletter del GME (Gestore dei Mercati Energetici), “L’impatto della generazione fotovoltaica sullo scenario di mercato 2012”, firmato da Roberto Bianchini, Donatella Bobbio del REF-E Osservatorio Energia. Dallo studio rivolto ai mesi di applicazione del Quarto Conto Energia istituito con il DM del 5 maggio 2011 emerge che nel corso del 2012 ci sarà un incremento di capacità fotovoltaica pari a 2.9 GW.
La Figura 2 presenta l’impatto potenziale della nuova capacità fotovoltaica sul fabbisogno coperto da fonti diverse dal fotovoltaico, calcolato su un giorno feriale estivo a campione (2 luglio 2012). Complessivamente la riduzione è stimata pari a 62 GWh nell’arco delle 24 ore su un fabbisogno complessivo ante riduzione da produzione fotovoltaica di 1007.9 GWh.
Figura 2 – Profilo fabbisogno giorno feriale estivo (GW).
Fonte: elaborazione REF – E
Il forte incremento di produzione fotovoltaica nel corso del pros¬simo anno e la concentrazione della stessa nelle ore di alto carico, potrà avere un impatto molto consistente sul PUN (Prezzo Unico Nazionale) su MGP (Mercato del giorno prima). Rispetto allo scenario ipotizzato, in assenza di riduzione di fabbisogno MGP, il prezzo in esito alla stima vede una riduzione massima del prezzo peakload su MGP fino al 50% nei mesi di giugno e luglio, fino al 30% a maggio, il 40% ad agosto e dal 5% al 10% ad aprile e settembre; nei mesi invernali l’impatto potrà essere meno significativo.
Infine se valutiamo l’aspetto della sostenibilità ambientale possiamo subito affermare che il modulo e la componentistica utilizzata per realizzare un impianto fotovoltaico è per il 99% riciclabile. Quindi nessun problema si pone dopo il loro utilizzo, 25 anni, per lo smaltimento. Se consideriamo la riduzione delle emissioni, uno studio del Gifi (Gruppo Imprese Fotovoltaico Italiane) ha calcolato che con una produzione di 12.600 GWh annui, generati da 10,7 GWp di impianti in esercizio a fine agosto 2011, si è evitato di rilasciare nell’atmosfera ben 6,3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Al di la delle osservazioni esposte, dove ognuno può trarre proprie considerazioni, magari anche aggiungendo altre riflessioni pare chiarirsi un aspetto importante per il fotovoltaico: il suo sviluppo genera per il territorio una mole di benefici ambientali, sociali ed economici che avranno conseguenze positive nel tempo con dei costi che la collettività deve sostenere, solamente per alcuni anni tendenzialmente a ridursi dal momento in cui verrà venga raggiunta la grid parity.
Per tali motivi si rende necessario dare permanenza al meccanismo di incentivazione del conto energia. Infatti solamente la sua continuità, seppur calibrata ad interventi funzionali (costruzione e sostituzione di coperture e pareti per edifici, serre, strutture per parcheggi o altre tipologie di applicazioni,) fino al raggiungimento della grid parity potrà garantire l’introduzione nel sistema economico e sociale dei benefici innanzi esposti che nel caso di interruzione del giusto sostegno potrebbero renderli vani con tutti gli sforzi finora sostenuti.
Attualmente gli incentivi previsti dal quarto conto energia, ai sensi dell’articolo 1, comma 2 del DM del 5 maggio 2011, si applicano agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio in data successiva al 31 maggio 2011 e fino al 31 dicembre 2016, per un obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale di circa 23.000 MW, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro. E’ facile notare dal contatore del GSE l’avvicinamento al costo indicativo cumulato annuo: mancano poco più di 450 milioni di euro e dobbiamo tener presente che da tale valore andranno incentivati gli impianti iscritti al registro che devono entrare in esercizio. All’articolo 2, comma 3 del DM 5 maggio 2011, viene chiarito che al raggiungimento del minore dei valori di costo indicativo cumulato annuo di cui all'art. 1, comma 2, con Decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza unificata, possono essere riviste le modalità di incentivazione di cui al presente decreto, favorendo in ogni caso l'ulteriore sviluppo del settore.
Il provvedimento, seppur indica la possibilità di rivedere le modalità di incentivazione per favorire l’ulteriore sviluppo del fotovoltaico, non indica chiaramente cosa accadrà a breve quando sarà raggiunto il valore minimo del costo indicativo anno. Un chiarimento che si renderà sempre più necessario da parte del legislatore per evitare di aggravare la situazione esistente e dare certezza non solo agli operatori del settore ma anche alla volontà di non voler interrompere un cammino virtuoso ormai giunto quasi alla sua maturità.
Pasquale Stigliani
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